Quando si parla di cibo, noi italiani siamo suscettibili assai. La nostra pasta, la nostra pizza, il nostro gelato, le nostre ricette non si toccano. Eppure siamo costretti a vedere vergognose pizze di pasta e polpette, o ricoperte di ananas, o cucinate come una torta; per non parlare della pasta, affogata nel ketchup o, grazie ai nostri vicini di casa francesi, trasformata in una carbonara degli orrori il cui solo pensiero ci fa venire i brividi.
Ma, anche se è difficile, difficilissimo, quasi impossibile da ammettere, persino noi non sappiamo cucinare proprio tutto tutto alla perfezione. Proprio i francesi, ad esempio, schifano come la morte i nostri croissant, o come diciamo noi cornetti, per loro delle merdine mollicce rispetto a quello a cui sono abituati, ed è sacrilegio punibile con la morte riempirle di marmellata, crema o nutella, o persino metterci sopra dello zucchero.
O anche il pane, anche il nostro pane non supera la prova del francese, che pensa alla sua amata baguette e vede le nostre pagnotte come brutte copie, dure ed insipide, indegne persino di essere definite “pane”. Certo, c’è da dire che questa è gente che mangia rane e lumache, però se qualcuno di voi ha mai assaggiato un vero croissant può testimoniare che in effetti è una gioia dei sensi, tutto burro e felicità.
Ma lasciando stare i francesi, c’è un altro tipo di cibo, una specialità orientale di cui ci siamo largamente appropriati negli ultimi anni, che però mangiamo in modo assolutamente sbagliato: ebbene si, sto parlando proprio del nostro amato sushi. Noi andiamo di all you can eat che è una meraviglia, mangiamo quintalate di nighiri fatti da cinesi che si fingono giapponesi e ce ne freghiamo, ma la verità è che quello che mangiamo è solo una brutta copia della vera cucina nipponica.
I veri chef scelgono il pesce con cura maniacale, offrono fino a tre o quattro tipi diversi di tonno, massaggiano il polpo per ammorbidirlo per anche 50 minuti di fila, controllano che il riso bolla alla temperatura perfetta. I “ristoranti” in cui andiamo noi spappolano insieme chicchi, alghe e un pesce vale l’altro, gli danno un nome orientaleggiante e noi ci caschiamo come delle pere cotte.
Insomma, ammettiamo la dura verità: in quanto a cibo, nessuno è perfetto. Nemmeno noi italiani.