Super Slow Motion di un tatuaggio



La macchinetta per tatuaggi è un oggetto tecnologicamente perfetto, eppure la semplicità del suo funzionamento è disarmante. Quando il piede del tatuatore dà il via libera alla corrente, ecco che la macchinetta prende vita ed è pronta a portare l’inchiostro sotto la vostra pelle, abilmente guidata dal maestro tatuatore. Avete sicuramente già visto il video precedente che vi mostrava in slow motion l’atto del tatuare. Se lo avete trovato impressionante, la super slow motion lo è ancora di più. La pelle viene messa a dura prova, in effetti la velocità con la quale gli aghi entrano nella carne è di circa 50 penetrazioni al secondo.

Se questo metodo (americano) ispirato ai lavori di Thomas Edison nel 1876 vi sembra piuttosto barbaro è perché non avete mai sentito parlare degli altri tre, quello giapponese, samoano e thailandese. La tecnica samoana è molto dolorosa in quanto il tatuatore si serve di un pettine che talvolta conta più di 20 aghi, ricavato da ossa o conchiglie che vengono immerse nel pigmento, e un bastone usato per colpirlo.

La tradizionale tecnica giapponese – Tebori – consiste nel far entrare gli aghi nella pelle obliquamente, con minore violenza ma provocando ugualmente un discreto dolore. Infine, nella tradizione thailandese, lo strumento è un lungo tubo d’ottone con un’asta appuntita che scorre al suo interno. Una volta intrisa nel pigmento la punta, una mano tiene l’estremità del tubo a contatto con la pelle mentre l’altra guida l’asta nella sua azione perforante, come una lenta macchina da cucito.

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