Neurowear: gli oggetti controllati dal pensiero



In questo giorni a Milano si sta svolgendo la Fashion Week. Ma di questo ce ne freghiamo un pò, alla redazione di Darlin siamo più orientati al futuro. La Social Media Week ci piace già molto di più, soprattutto quando un tipo venuto dal Giappone propone una conferenza sul tema degli oggetti collegati che analizzano il vostro subconscio, ci sarà da divertirsi. Tomonori Kagaya ha già fondato diverse società tra cui Neurowear, da cui stanno nascendo un sacco di idee innovative una più dell’altra.

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Tomonori l’ha iniziato la sua esplorazione verso un mondo migliore e ultra-connesso, che chiamiamo più comunemente Futuro, con NEOCOMIMI. I Necomimi sono orecchie di gatto da mettere sulla testa e fin qui niente di nuovo, soprattutto in Giappone. L’innovazione di questo prodotto risiede nel fatto che le orecchie sono controllate dal pensiero, più precisamente del vostro subconscio. Utilizzando le vostre onde cerebrali, i Necomimi si muovono come vere orecchie di gatto a seconda che siate concentrati, stressati o rilassati. Un nuovo tool di comunicazione per la gente timida: “Sono contento = orecchie in su”, “Sono triste = orecchie verso il basso”, un limite comunque importante per il livello di conversazione.

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Un oggetto considerato inutile da alcune persone, ma Tomonori ha tante idee in testa (e orecchie pelose sopra) e pensa già al prossimo step: una coda fissata sul fondoschiena che interagisce in base alle vostre emozioni. E’ sempre un gadget, ma questa volta la tecnologia è molto più affidabile e sono possibili nuovi utilizzi.

Il primo progetto più serio si chiama Brain Disco: organizzate una serata, date a tutti i partecipanti delle cuffie firmate Neurowear e iniziate a mettere musica. In base alla musica che metterete, ogni cuffia trasmetterà ad un server centrale l’emozione provata dal suo proprietario, il tutto viene poi ritrasmesso su un schermo di fronte al DJ. Facendo la somma delle gente che apprezza la musica e di quella a cui non piace, si ottiene uno scoring che consente di sapere se il subconscio del vostro pubblico apprezza o no la musica che sta ascoltando e quindi potrete adattare il vostro DJset di conseguenza.

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Ancora più impressionante, il Neurowear Mico rappresenta il progetto neurosensoriale tecnologicamente più sviluppato. Neurowear Mico sono cuffie piene di sensori che analizzano le vostre onde cerebrali per poi selezionare la musica più adatta al vostro mood sul vostro smartphone. Siete contenti? Ecco che si avvia Pharrell con “Happy”.

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Un progetto attualmente in corso propone di fissare sulla testa di una persona una macchina fotografica, sempre connessa alla tecnologia neurosensoriale, che scatterà foto e riprenderà video in base alle vostre emozioni in un momento ben preciso. Tomonori ha fatto una dimostrazione durante la sua giornata passata a Milano (visita del Duomo, Teatro alla Scala, ristorante e arrivo alla conferenza) e ognuno di questi momenti si vede attribuito un voto da 0 a 100 della sua sensazione. Il tipo era talmente geek che era più eccitato all’idea di iniziare la conferenza piuttosto che di vedere il Duomo per la prima volta. Questa tecnologia si chiama Neuro Tagging Map.

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Per lui, il futuro della sua società è già delineato: trovare un modo per applicare tutte queste tecnologie a fini di utilità sciale, come nel settore medico e per l’esercito. Ha pensato ad un piccolo drone che può volare sopra una zona di combattimento per identificare la posizione dei nemici e indicarla in tempo reale su Google Glass ai militari (un Metal Gear Solid della vita reale). Il drone si muove autonomamente se associato ad un veicolo, Renault ha già provato il concetto facendo volare un drone attorno ad una macchina per dare informazioni sul traffico e raccomandare l’itinerario più comodo. Tomonori Kagaya immagina anche un drone capace di essere l’assistente personale di ogni essere vivente. Immaginate un robot volante che potrebbe girare da solo in strada e indicarvi le ragazze  o i ragazzi più fighi intorno a voi.

Insomma, una conferenza molto interessante ma che solleva questioni e dubbi. In un’epoca in cui la gente si sente sommersa dall’elettronica, come riusciranno a rendere questi accessori comodi per l’uso? E cosa molto più spaventosa, siccome l’obiettivo confessato da Tomoniri è addiritura di leggere nel pensiero altrui, arriverà un momento in cui il nostro comportamento e il nostro pensiero sarà costantemente analizzato e non saremo più liberi delle nostre azioni? Big Brother is watching you.