Stare a casa piuttosto che uscire a fare festa: la nuova tendenza cool



Chi non si è mai inventato un pretesto per evitare di uscire il sabato sera? L’effervescenza del giovedì o addirittura del giovedì sera che ci spinge a preferire un combo pigiama-Netflix piuttosto che uscire a scolarsi tre medie, qualche shot e tornare a casa come uno vecchio straccio, stanchi ed annoiati. Questo fenomeno ha ormai un nome: il nesting.

A mezza strada tra tradizione nordica e la slow life, il nesting invita quelli che lo sperimentano a concentrarsi su loro stessi e a cercare di migliorare il proprio habitat (il nido). Questa tendenza di società è apparsa una decina di anni fa e si oppone al ritmo di vita sfrenato degli anni ’80-’90 durante i quali le serate mondane, le cene e le notte in discoteca erano il pane quotidiano dei giovani.

Nell’era di Deliveroo, Netflix e Tinder, in cui tutto ci viene consegnato in ogni momento in ogni luogo, forse ci stiamo sedentarizzando. Un fenomeno con una consequenza diretta sul ritmo pazzesco del mondo in cui viviamo.

È il punto di vista del medico di Barcellona Vicente Saavedra, che sostiene il nostro bisogno di trovare un equilibrio: “Per trovarlo, la conoscenza di noi stessi è obbligatoria, ma la società di oggi (con valori sempre più materialisti e ritmi frettolosi) non ci conduce a sviluppare la responsabilità per quanto riguarda la nostra salute. Siamo tristi ed ansiosi”, ha spiegato a El Pais.

Il nesting non è solo stare sdraiati per ore: fare giardinaggio, riorganizzare la casa, cucinare e cucire sarebbe ottimo per la salute, tenendoci lontani dagli schermi. Inoltre, praticare queste attività con i nostri cari sarebbe l’essenza del nesting, un ritorno alle origini, a quello che eravamo prima di Internet.

La piscologa Benoist vede nel nesting la concettualizzazione di un fenomeno corrente, una testimonianza della ricerca continua di un senso per la nostra vita, dell’esigenza permanente di “essere qualcosa” e di “fare qualcosa”. Potrebbe essere anche il modo di riprendere contattato con “la bellezza di ritrovarsi e ritrovare i nostri cari”, fronteggiare chi siamo e quello che vogliamo essendo comunque protetti dal nostro nido.

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Questo ritorno alle origini però potrebbe rivelarsi più nefasto di quanto ce lo aspettiamo: secondo lo psicologo Christian Vivien Lhermitte, il nesting è lo stato intermedio precedente alla clinofilia (il fatto di rimanere sempre sdraiati, sintomo di depressione e schizofrenia). Questa mezza patologia sarebbe il risultato di una volontà di ritirarsi dal processo di socializzazione per rimanere nel proprio mondo. Non favorisce il gruppo e la società, si tratta di un ripiego su se stessi e non viene quindi considerato come un’evoluzione personale.