Marina Abramović diventa Maria Callas in un’opera teatrale su sette eroine della lirica



“Seven Deaths,” uno spettacolo teatrale dedicato alle storie di sette eroine della lirica, accomunate da una scomparsa tragica e violenta. Si tratta di uno dei progetti più cari a Marina Abramović (Belgrado, 1946), che vedrà finalmente la luce nel 2020, all’Opera di Monaco.

L’opera girerà attorno alla figura di Maria Callas, dolo della performer, e a sette donne del melodramma, che sono: Tosca, lanciatasi da Castel Sant’Angelo dopo la morte dell’amato Cavaradossi; Traviata, alias Violetta Valery consunta dalla tisi; Madama Butterfly, suicidatasi tramite harakiri; Norma, bruciata sul rogo; Desdemona dell’Otello che viene strangolata dal marito geloso; Carmen, accoltellata da don José; Aida, sepolta viva insieme a Radames.

Sono molti anni che la Abramović pensa a questo progetto. L’idea iniziale le era venuta negli anni Settanta, e aveva trovato delle prospettive concrete di realizzazione nel 2014. Allora, anche alcuni grandi nomi del cinema parvero aderire: le storie delle eroine sarebbero dovute essere dirette da sette registi diversi, tra cui Roman Polanski, Alejandro González Iñárritu, Marco Brambilla, Giada Colagrande e Yorgos Lanthimos, dando così vita a un lungometraggio composto da sette episodi.

“Rappresenterò sette morti operistiche. Morirò sette volte”, aveva allora detto Marina Abramović. “Lavorerò con un regista diverso, uno per ogni scena. Ogni creatore marcherà la scena e la mia performance, con la sua visione unica”. Ma a partire dalle rinunce di Polanski e Iñarritu e ai problemi di budget, il progetto della performer serba non fu allora portato a conclusione.

Ma ora Marina ha trovato una soluzione alternativa: pochi giorni fa è stato annunciato che, all’Opera House di Monaco di Baviera, la performer debutterà con l’opera “Seven Deaths” come rivisitazione teatrale del precedente progetto cinematografico, di cui sarà interprete e regista. Dopo il debutto di Monaco, l’opera potrebbe arrivare in tour anche a Londra, a Covent Garden. La sceneggiatura è dello scrittore norvegese Petter Skavlan, e i costumi di scena saranno disegnati dallo stilista Riccardo Tisci.