In Malesia, scoperta una nuova lingua che non ha termini per ‘vendere’ o ‘rubare’



In Malesia è stata scoperta una nuova lingua, finora sconosciuta agli studiosi. Si chiama Jedek e conta appena 280 parlanti, tra adulti e bambini, che vivono nella penisola da millenni, conducendo una vita semplice, in cui le attività principali sono caccia, raccolta e piccole coltivazioni. La loro lingua è diversa da quelle delle altre tribù dei territori vicini, e riflette lo stile di vita del suo gruppo di parlanti: uno dei fatti che ha colpito i linguisti è stato che lo Jedek non ha termini, all’interno del lessico, che corrispondano ai nostri concetti di ‘vendere’ o ‘rubare’; possiede invece molti vocaboli che indicano azioni di condivisione e scambio.

La lingua Jedek è stata scoperta e descritta per la prima volta proprio in queste ultime settimane da un team di ricercatori dell’Università di Lund sulle pagine della rivista Linguistic Typology. La scoperta nasce nell’ambito del progetto Tongues of the Semang, dedicato alla mappatura delle lingue parlate dai Semang, le popolazioni pigmee che abitano nella penisola malese. Analizzando i risultati di queste ricerche sul campo i linguisti svedesi Joanne Yager e Niclas Burenhult si sono accorti di colpo di trovarsi di fronte a un nucleo di circa 280 persone insediate lungo il corso fiume Rual nello stato malese di Kelantan che parlano una lingua completamente doversa da quella dei loro vicini, e anche da quelle parlata da altre comunità del loro stesso gruppo etnico. Una lingua nuova, dunque, ma che per decenni era sfuggita ad antropologi e linguisti che hanno condotto studi in Malesia.

“La cultura di questa popolazione Semang,” hanno spiegato i linguisti, “non conosce differenze di genere, non promuove la violenza né la competizione, non prevede l’esistenza di leggi, né di professioni o specializzazioni. Tutti gli abitanti del villaggio devono possedere le capacità necessarie per sopravvivere in una società di cacciatori raccoglitori, e devono essere pronti a collaborare e condividere risorse e proprietà. Abitudini che si riflettono a pieno nella loro lingua.” In Jedek non esistono parole con cui definire una professione, né per riferirsi a leggi o tribunali; non esistono vocaboli che si riferiscano al concetto di proprietà, come “prestare”, “rubare”, “vendere” o “comprare”.La lingua possiede però un ricchissimo vocabolario per esprimere lo scambio e la condivisione.