La spettacolare mostra sugli spazi di Lucio Fontana all’Hangar Bicocca



Se è possibile giudicare una mostra dal suo incipit, allora quella che dal 20 settembre l’Hangar Bicocca dedica a Lucio Fontana (1899- 1968) è straordinaria. Come in una moderna basilica di Assisi, i visitatori entrano sotto un cielo blu Giotto da cui pende l’arabesco fluorescente di cento metri progettato dall’artista per la IX Triennale di Milano nel 1951.

L’Hangar Bicocca inaugura ora nove di questi spazi, sui 15 concepiti dall’artista argentino dal 1949 (tutti distrutti tranne uno, ora alla Biennale di Lione), oltre a due grandi strutture al neon. Ricostruiti filologicamente, e 5 dei quali mai più visibili dalla loro creazione, rappresentano una parte centrale dell’opera di Fontana, contigua a pittura, scultura e ceramica; e però mai studiata in modo adeguato, perché effimera.

A partire dal 21 settembre e fino al 25 febbraio 2018, potrete non solo ammirare, ma proprio avere un rapporto fisico con 9 dei 18 ambienti che sono stati ricostruiti all’HangarBicocca. Ambienti formati da materiali molto innovativi per l’epoca come vernici fluorescenti, luci al neon e luci di Wood (sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente nella gamma degli ultravioletti) e da elementi strutturali come pavimenti instabili o a pianta ondulata. Tutte soluzioni che fanno avere un rapporto diretto con il visitatore, che lo mettono al centro dell’opera.