La MDMA sulla via della legalizzazione



Lo sappiamo tutti ormai, la legalizzazione della cannabis è iniziata e niente e nessuno potrà fermarla. Un’apertura mentale tira l’altra si dice, no? Se da una parte gli Stati Uniti stanno già uno ad uno autorizzando la marijuana, dall’altra l’Uruguay sperimenta la liberalizzazione e spiazza i narcotrafficanti diventando una meta per il turismo. In Italia c’è un progetto di legge (risate di sottofondo) e la Germania ci sta pensando. Girano voci che però non si limitano solo all’evergreen. Adesso toccherà anche all’MDMA?

Lo scorso Maggio ad Amsterdam è stato rilanciato il dibattito sulle droghe con l’apertura di uno shop di ecstasy, altro nome per l’MD. Le pillole esposte erano finte, ma la questione è diventata virale. Recentemente infatti un medico neozelandese, stanco di vedere arrivare giovani che avevano assunto sostituti più pericolosi, ha chiesto la legalizzazione della sostanza. D’altronde il proibizionismo non ha mai funzionato e questo dovrebbe essere chiaro a tutti, ma se persiste significa che a qualcuno fa comodo, e anche questa è un’ovvietà.

Nel Giugno successivo un farmacista australiano ha pubblicato un articolo nel Journal of Law and Medicine dichiarando che l’interdizione dell’MDMA è controproducente e irrazionale: “La valutazione dei rischi legati alle droghe è il modo più sicuro per prevenire l’abuso di stupefacenti. Rispetto alle altre droghe, l’MDMA presenta un basso livello di pericolosità e nocività e non c’è nessun motivo di criminalizzarne l’uso.

In effetti da qualche anno a questa parte quella che negli anni 2000 conoscevamo come “ecstasy” è tornata inaspettatamente sotto diverso nome. Sempre più presente alle serate e nei festival, il suo basso costo l’ha resa molto popolare tra i giovani, e pur recando comunque dei danni alla salute, L’MD è una droga relativamente poco pericolosa rispetto ad altre (in primis alcol e sigarette). I rischi di dipendenza sono bassi, al contrario della cocaina per esempio.

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Classificare, però, la pericolosità di questa droga in base al basso numero di persone che vanno al pronto soccorso sarebbe un grave errore. I principali rischi dell’MD sono la morte delle cellule cerebrali e il cambiamento comportamentale del soggetto che la assume, per cui comunque non si tratta di caramelle che al massimo ti fanno venire un’innocua carie. In ogni caso, finchè la sostanza rimarrà illegale, più persone ricorreranno a nuove droghe più accessibili, tant’è che nel deepweb è già possibile trovare designer-drugs, create per raggirare le vigenti norme di legge e sintetizzate modificando la struttura molecolare di altre droghe. Addirittura spesso si ottengono creando sostanze con strutture chimiche completamente differenti che producono effetti simili a quelli causati dalla sostanza che si cerca. Nel 2010 sono arrivate sul mercato 41 nuove droghe, nel 2014 101.

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Il punto è che in un mercato in cui esistono centinaia di sostanze disponibili, la proibizione dell’MDMA provoca soltanto un effetto indesiderato: favorisce la diffusione di droghe ben peggiori. Certo, l’MD è comunque dannosa per la salute, ma l’arrivo di altre droghe sintetiche e di dubbia provenienza non fa altro che rimandare l’ecstasy nella classe delle droghe quasi “safe”.

Esiste però un approccio diverso per parlare di legalizzazione, ed è quello utilizzato da Emanuel Sferios, il regista del film MDMA The Movie. Secondo la sua opinione, l’MDMA deve essere considerata terapeutica tanto quanto la cannabis, e su questo argomento verterà il suo film, lanciando una sfida culturale per i prossimi anni. L’MD, entrata come se niente fosse nella cultura pop e resa cool da molte riviste di musica e di attualità che la trattano spesso come un argomento banale, fa ormai parte del nostro quotidiano, direttamente e indirettamente. Da qui basterebbe un passo perché la società diventi tollerante nei suoi confronti.

Era necessario realizzare questo documentario e sono sicuro che giocherà un ruolo chiave nel cambiare la mentalità e l’atteggiamento della gente nei confronti di un suo utilizzo terapeutico nella psicoterapia assistita. Sarà importante anche nella realizzazione di strategie mirate alla riduzione dei danni per un suo uso ricreativo.

L’MD come la marijuana, staremo a vedere…