La giovane vecchiaia dei dischi in vinile



Appena un anno fa il vinile, nella sua versione a 33 giri, ha compiuto i suoi primi settant’anni di vita e, oggi più che mai, sta vivendo una nuova splendida giovinezza. Nato nell’immediato dopoguerra, il 33 giri ha da subito soppiantato il precedente 78 giri, presentato alla fine dell’800, piazzandosi in assoluto come miglior supporto musicale secondo gli esperti. Con l’avvento dell’era digitale il disco 33 giri ha conosciuto un periodo di profonda flessione rimanendo solo come prodotto di nicchia e non più come strumento diffuso in tutte le case.

Quando nacque il vinile…

Siamo negli anni subito successivi al secondo conflitto mondiale e, a causa della guerra, le forniture di gommalacca (il primo materiale per i 78 giri, in seguito convertiti anch’essi al vinile) sono drasticamente calate. Per questo motivo l’industria musicale iniziò a guardare a questo nuovo materiale per la stampa e la diffusione dei suoi dischi. Nel famoso Waldorf Astoria Hotel di New York, il 21 giugno 1948 la Columbia Records presenta al mondo il primo disco in vinile di tutta la storia e da lì inizia la rivoluzione.

Tale oggetto aveva 12 pollici di diametro, circa 30 cm, e a parità di dimensioni presentava un solco di spessore e profondità minori (parametro che porta il 33 giri a “battere” il suo cugino a 78 con un peso di 180 grammi contro 360). In questa maniera si aveva un supporto più maneggevole, dal suono più puro, e meno ingombrante. Il disco in vinile, ruotando a velocità più bassa, aveva una maggiore durata e grazie alle due facce poteva raggiungere senza problemi i 60 minuti di registrazione.

Il primo LP (o Long Playing) commercializzato fu il “Concerto per Violino in Mi minore” di Mendelssohn, ma rapidamente tutti i cantanti e le case discografiche si adeguarono a questa innovazione. Neanche un anno dopo la RCA presentò il suo 45 giri da 7 pollici di diametro, usato prevalentemente per i brani singoli ed EP (Extended Play, una specie di mini album).

Riscoperta in chiave Hi-tech

Con l’avvento dei CD negli anni ‘80 e dell’era digitale, il disco in vinile aveva vissuto momenti bui, relegato (salvo il caso in cui fosse capitato in mano a qualche intenditore) e dimenticato nelle cantine e nelle soffitte. Fortunatamente, però, il trend si sta modificando e questo supporto sta vivendo finalmente una nuova giovinezza, un po’ in chiave hi-tech. Le nuove generazioni, infatti, se da un lato conoscono e apprezzano la facile quotidianità del digitale, dall’altro si stanno aprendo al rito della musica ascoltata sui dischi in vinile.

Proprio l’aspetto fisico e materiale degli LP è quello che maggiormente colpisce le giovani menti dell’era digitale, abituate a non “toccare” la musica se non dallo schermo di un cellulare o di un pc: che siano a 33 o a 45 giri, il vinile è un oggetto di cui prendersi cura e da riporre con attenzione perché se danneggiato diventa inutilizzabile.

Qualcuno a questo punto potrebbe chiedersi quale sia la ragione per sostenere una tale spesa (sicuramente più alta rispetto all’acquisto di musica sulle principali piattaforme digitali) quando ad un costo inferiore abbiamo accesso a milioni di brani in ogni momento su qualsiasi supporto vogliamo. E’ proprio questa la forza del vinile: per il mondo digitale l’ascoltatore è solo un numero, al massimo un algoritmo, contemporaneamente si perde l’idea di musica come oggetto d’arte e, in quanto tale, bene da conservare e trasmettere alle prossime generazioni.

Le aziende del settore hanno percepito questa richiesta del mercato e stanno tornando a produrre degli apparecchi (scordatevi i vecchi, costosi ed enormi impianti) hi-tech proprio per gli ascoltatori dell’era digitale, siano essi nostalgici dei bei tempi o giovani che vogliono provare le sensazioni raccontate da genitori e nonni. In cosa consiste l’innovazione? Ad esempio la possibilità di collegare con il wireless le cuffie o gli altoparlanti al giradischi, oppure viene reso automatico il posizionamento della testina sul punto giusto della superficie del disco.

Qualsiasi siano le novità che vedremo nei prossimi anni siamo certi che il vinile, questo arzillo vecchietto, non smetterà mai di affascinarci e di trasmettere emozioni uniche ascoltando la sua musica.