Intervista a Dick Of The Day: il mondo visto attraverso occhiali a forma di pene



Forse lo avete già visto: lo avete trovato su Instagram quando invece dell’hashtag #picoftheday avete scritto (per sbaglio?) #dickoftheday.

Dick Of The Day è il nome della pagina Instagram gestita da un ragazzo, piena di illustrazioni in cui la vita, l’universo, la modernità, la cultura e l’attualità vengono stravolti, rivisitati, deformati in chiave di cazzo.

Abbiamo fatto all’artista dietro a Dick of The Day qualche domanda sui suoi modelli, la sua passione, e il suo progetto. Questo è quello che è venuto fuori.

Ciao Dickoftheday, parlaci un po’ del tuo background e della tua formazione.
Ciao sono un campagnolo scapestrato di origine, trasferito a Milano in cerca di fortuna qualche anno fa.

Dunque, di notte disegni cazzi, di giorno cosa fai?
Disegno peni di notte ma anche di giorno, è un vero e proprio lavoro! Nel tempo libero sono un Art Director, mi occupo di pubblicità.

Dick charmer! #dickoftheday #snake #cobra #marocco #instaart #instadraw #drawing #pancil #ink #blackandwhite #tattoo #stupid #gallery

Un post condiviso da DICK OF THE DAY (@dickof_theday) in data:

Raccontaci come hai iniziato il progetto Dick of the Day. E soprattutto, perché?
Provengo dal mondo della street art, i miei primi falli ho iniziato a disegnarli per scherzo su muro, facevo grossi peni alati, altre volte a forma di drago, altre volte alati e a forma di drago. Ad un certo punto ho pensato che potessi incanalare questa creatività sui social, il nome Dick of the Day prende spunto da un hashtag molto usato su Instagram: pics of the day. Convinto che fosse divertente vedere un cazzetto simpatico tra le mille foto di cibo e di ragazze in bikini sulla spiaggia ho iniziato a disegnarne 2 o 3 alla settimana.

Pensi che un giorno Dick of the Day potrebbe diventare qualcosa di più grosso?
Sì, sono convinto che con un buon investitore e un po’ di pubblicità dick of the day diventerà un brand affermato nell’industria dell’abbigliamento, magliette, cappellini, borse, giacche…un po’ come Gucci o Nike insomma.

È chiaro che il tuo progetto sia una provocazione. Hai dei modelli a cui ispirarti in questo senso?
Sì, molti! Il più famoso di tutti è sicuramente Keith Haring, che ha fatto del fallo il fulcro centrale di molte sue opere, anche Jean Tinguely, che nel 1970 ne fece uno enorme che sparava fuochi d’artificio in piazza Duomo a Milano, ma forse l’artista più rappresentativa è Lynda Benglis, con un vero capolavoro DickBomerang, il vero titolo era Smile.

Cos’è per te il disegno, e perché hai scelto questo tipo di soggetti?
Disegnare è un’attività che da sempre ha occupato una parte più o meno importante della mia vita, a seconda dei periodi e dei progetti che seguivo. La considero una valvola di sfogo.  Penso che il pene sia un soggetto che ci accomuna tutti, in fondo chi non ha mai disegnato un pene? Sul diario di una amica al liceo o nei bagni di un Autogrill? Sono davvero ovunque! Dai muri per strada ai musei.

Qual è stato finora la più grande soddisfazione avuta da Dick of the Day?
Il progetto è ancora piccolo ma ho ricevuto molti complimenti da altri artisti, amici e sconosciuti, riuscire a fare sorridere le persone in modo creativo è sempre stimolante. Il bello deve ancora arrivare!

Per seguirlo su Instagram: DickOftheDay