Il 14 novembre scorso, 61 balene sono finite sulla spiaggia di Farewell Spit (Nuova Zelanda). Dopo due giorni, le autorità hanno deciso di sopprimere le 18 che erano ancora in vita. Non sappiamo perché alcuni di questi mammiferi finiscano spiaggiati, ma esiste una teoria secondo cui quando un individuo malato si reca verso la costa per morire, il resto del gruppo lo segue. Il suicidio sarebbe una scelta possibile per gli animali?
Forse. Alcuni animali sono autodistruttivi per natura, abbiamo già visto cani e anatre annegare volontariamente o mucche lanciarsi dall’alto di precipizi. Difficile però stabilire un legame tra questi comportamenti e la volontà di porre fine alla propria esistenza. Per potersi suicidare, bisogna essere coscienti della propria esistenza ed essere capaci di proiettarsi nel futuro, comprendendo che un’azione specifica può portare alla nostra morte. Sembrerebbe che alcuni animali abbiano questa capacità. I delfini per esempio, così come alcune specie di primati, sono in grado di riconoscere il loro riflesso in uno specchio, ciò comporta una certa coscienza di sé stessi. Non sappiamo però se sono in grado di associare le diverse capacità per potersi suicidare.
Secondo un articolo pubblicato da Edmund Ramsden, gli scienziati dell’epoca vittoriana erano molto incuriositi dalla questione. Nel 1845 ad esempio, è stato analizzato il caso di un cane che si buttava continuamente in acqua tenendo la testa sotto per minuti interi. Altri cani che si sarebbero lasciati morire di fame dopo la morte del padrone. Un cervo si è buttato nel vuoto per non essere preso dai cani da caccia e un’anatra sarebbe annegata volontariamente dopo la morte del partner. I ricercatori hanno quindi avviato dei dibattiti su questo argomento, ma è tuttavia rimasto impossibile determinare se si tratti di suicidio.
Il toxoplasma gondii è un parassita che si instaura nel cervello dei roditori e li attrae verso i loro nemici mortali: i gatti. Sembrerebbe quindi che questo comportamento non sia paragonabile a quello dell’essere umano. Non importa la motivazione, l’autodistruzione sembra esistere anche per le forme di vita più semplici, alcune cellule avviano un processo di autodistruzione programmata quando si trovano di fronte ad uno stress troppo grande.
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