Il fenomeno degli hikikomori si sta diffondendo anche in Italia



Fino a pochi anni fa lo si considerava un fenomeno tutto giapponese, quello degli hikikomori, ovvero giovani dai 14 ai 25 anni che rifiutano il mondo e si chiudono in camera per non uscirne più per mesi, anni o addirittura per tutta la vita. In realtà non è così, infatti questo tipo di comportamento tra i ragazzi ha superato i confini giapponesi (nel Paese del Sol Levante il fenomeno è stato registrato in un milione di casi), per arrivare anche in Europa, e in Italia: “i primi casi italiani, sporadici e isolati, sono stati diagnosticati nel 2007, e da allora il fenomeno ha continuato a crescere e, seppure con numeri diversi da quelli giapponesi, a diffondersi,” ha spiegato Antonio Piotti, psicoterapeuta del centro milanese Il Minotauro. Ad oggi, le stime italiane parlano di migliaia di casi registrati.

“Hikikomori” è un termine di chiara origine giapponese, e significa “Stare in disparte.”
“E’ un male che affligge tutte le economie sviluppate,” ha spiegato Marco Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia, la prima associazione nazionale di supporto sul problema. “Le aspettative di realizzazione sociale sono una spada di Damocle per tutte le nuove generazioni degli anni Duemila: c’è chi riesce a sopportare la pressione della competizione scolastica e lavorativa e chi, invece, molla tutto e decide di auto-escludersi. Molto spesso viene confuso con sindromi depressive e nei peggiori casi al ragazzo viene affibbiata l’etichetta della dipendenza da internet. Una diagnosi di questo genere normalmente porta all’allontanamento forzato da qualsiasi dispositivo elettronico, eliminando, di fatto, l’unica fonte di comunicazione con il mondo esterno per il malato: una condanna per un ragazzo hikikomori”

In Italia la sindrome non colpisce solo i maschi, come invece succede in Giappone, ma riguarda anche un certo numero di femmine, con un rapporto di 70 a 30. “Per una questione culturale le famiglie considerano, tuttavia, la reclusione della figlia come un problema minore,” ha spiegato ancora Crepaldi “Probabilmente perché la vedono come una futura casalinga o sperano che un domani si sposi ed esca di casa”. Sempre nel nostro paese, sono state individuate delle differenze nelle caratteristiche degli hikikomori in base alla regione italiana in cui vivono. Per questo sul sito di Hikikomori Italia è possibile per il ragazzo entrare in chat regionali, in discutere dei propri problemi con altre persone, provenienti da un simile contesto e affette dalla stessa sindrome.