Ecco come il tuo volto appare a Facebook



I “Data Masks” dell’artista Sterling Crispin sono ritratti inquietanti che non raffigurano nessuna persona in particolare. Per realizzare questo lavoro, Crispin si serve dei raw data (dati grezzi) al fine di mostrare come la tecnologia percepisce l’umanità.

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L’artista spiega: “Attualmente Facebook crea una maschera partendo dal volto di ogni individuo. Il social network analizza ogni viso che compare in foto sui suoi server e ne rende un modello tridimensionale. E’ ciò che accade per ogni immagine, che tu venga taggato o meno”.

Crispin raccoglie diversi modelli di facce da database come Labeled Faces in The Wild, mischiandoli tra loro e sviluppando una prima immagine bidimensionale per poi renderla finalmente in 3D. L’artista poi ferma il processo prima che l’algoritmo abbia creato un viso perfetto, ottenendo questi strani “volti mutanti”.

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“La figura ottenuta potrebbe avere le sopracciglia di uno e il mento di qualcun altro”.

La faccia che potete osservare qua sotto risulta molto disturbante, come se steste guardando un fantasma.

Visto che il governo americano dispone di database biometrici, come il sistema di riconoscimento del viso Next-Generation Identification, è ormai importante più che mai sapere come ed attraverso quali mezzi le nostre identità vengono registrate e processate dalla tecnologia che adottiamo. Effettivamente siamo indecisi se sia più inquietante il lavoro di Crispin o il concetto su cui si basa.

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Sacrificando le nostre identità alle macchine, rischiamo di perdere qualcosa, la parte più umana che ci caratterizza”, spiega l’artista. “Guardando le strane forme delle maschere, nonostante i tratti siano frutto di un processo casuale che coinvolge migliaia di persone, non stiamo guardando qualche sconosciuto, né tantomeno qualcosa di astratto. E’ noi stessi che stiamo osservando”.

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