Dove vivono i bambini più felici al mondo



Il sondaggio ha coinvolto 53.000 bambini d’età compresa tra i 10 e i 12 anni ed ha rivelato che, davanti alla richiesta di valutare il proprio benessere su una scala da 0 a 10, quasi tutti i bambini si trovano in uno stato di felicità. Sono Turchia, Colombia e Romania i luoghi in cui i risultati sono più alti, mentre la Corea del Sud e il Sudafrica non ottengono buonissimi voti. Un aspetto interessante è il paragone con i sondaggi simili realizzati tra gli adulti degli stessi paesi. I risultati dimostrano che i bambini sono decisamente più ottimisti rispetto agli adulti.

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Nei paesi del Nord Europa, i giovani sono poco soddisfatti del proprio aspetto fisico e confessano di avere poca fiducia in sé stessi, soprattutto le femmine. Le domande sul benessere materiale e i rapporti d’amicizia mostrano che nei paesi economicamente agiati i ragazzini sono più soddisfatti. I bambini africani invece, sono molto più contenti del loro sistema scolastico, al contrario degli allievi europei.

I bambini sudcoreani, nonostante godano di un livello di comfort elevatissimo, hanno mostrato livelli di insoddisfazione importanti, molto più degli adulti dello stesso paese.

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Come osservato dal sito, lo studio non stabilisce una correlazione tra il livello di comfort materiale ed il benessere, rilanciando così l’eterna domanda economica del rapporto tra la ricchezza del paese e la felicità degli abitanti. Il livello di benessere cresce proporzionalmente con il PIL, ma va anche di pari passo col sentimento di vivere una vita che abbia un senso. In un precedente studio internazionale, sono paesi come il Sierra Leone, il Togo o il Laos che dichiarano di avere una vita più ricca di senso anche con un PIL bassissimo.

Il paradosso è soltanto un’apparenza, i paesi poveri sono anche più religiosi e la fede in un dio fornisce mezzi spirituali per sopportare una vita di stenti. Le strutture familiari più grandi e le relazioni sociali più importanti sono altrettanto responsabili del sentimento di felicità in questi paesi economicamente disagiati.