Non si tratta della pizza, ma di tutto il resto
Così si esprime Corey Mintz con un ultimo sguardo nostalgico a ciò che rimane del cuore italiano che da sempre ha animato New York. Il graphic designer newyorkese che ha deciso di rendere omaggio a una fetta importante della cultura della sua città, ormai diventata parte integrante della grande mela e che pian piano sta scomparendo, accompagnato da altri quattro amici, ha deciso di fotografare le ultime 100 pizzerie rimaste a NYC per pubblicare un libro intitolato “The New York Pizza Project”.
Il focus del loro progetto non verte sul food porn, ma si concentra sulle tradizioni della pizza con un approccio antropologico, puntando i riflettori sulle fondamenta di un impero creato dal nulla e che per decenni ha fatto da sfondo al periodo d’oro italo americano che si è sviluppato insieme al boom economico, attorniato da star del cinema e del mondo della musica a partire dagli anni 50.
Scorrendo il libro di Mintz è inevitabile non cogliere la preoccupante verità di fondo: anche se da una parte celebra questi posti come “senza tempo” che resistono ai cambiamenti, il progetto vuole fare soprattutto da testamento per documentarli prima che svaniscano.
“Il nostro principale interesse verte sui dietro le quinte delle pizzerie. Ogni pizzaiolo ha la sua ricetta, ed è ciò che li caratterizza, ognuno di loro ha la propria storia da raccontare che fa parte anche della nostra, di questa città intendo. Vogliamo ritornare indietro con loro e capire cosa realmente è significato”.
Partendo da ristoranti come Di Fara e L&B Spumoni, si sono tuffati in un mondo tutto italiano e hanno ascoltato storie passate da generazione in generazione in cui il fil rouge comune sembra toccare corde tipiche di una tradizione che ancora non si è persa nel sud Italia: figli che hanno imparato il loro mestiere in giovane età (alcuni a sette anni) affiancando il padre a lavoro. Non tutti, però, condividono lo stesso sviluppo. “Ci siamo concentrati principalmente sui posti che fanno pizze al trancio. Nei ristoranti i clienti non sono coinvolti nella preparazione, l’interazione è completamente diversa”.
Molti locali, però, stanno chiudendo e i tempi cambiando. L’aumento degli affitti e i proprietari delle pizzerie che non vogliono abbassare i prezzi porteranno inevitabilmente al dimezzamento di ristorantini che han fatto la storia, ma non piangete New York come la volete vedere e come la conoscete. La città vive di domani, e gli italiani troveranno una loro evoluzione. Siamo noti per lo spirito di adattamente, no?