A Verona 60 racchette da ping pong in chiave pop per la mostra “We R All SLAVES To Pussy”



Il tema del femminile si trasferisce su sessanta racchette da ping pong nella mostra “We R All SLAVES To Pussy”, nel Deposito A di Verona dal 10 novembre al 7 dicembre.

Le opere sono di Parallel Lines, un duo veronese impegnato nella String Art, un genere che crea forme tridimensionali con chiodi e fili. Silvia Lana e Ilaria Marchesini tornano nella loro città dopo una personale a Milano.

We R All SLAVES To Pussy

Sessanta racchette da ping pong usate raccontano una storia che viaggia sempre sul filo sottile di un sorriso talvolta amaro che può trasformarsi in feroce violenza. Per farlo Parallel Lines ha scelto di utilizzare oggetti che altri gettano destinandoli all’oblio ma che possono ancora dire la loro al grido di “Diamo Vita A Cose Che Non Servono Più A Un Cazzo”. Il tema è il femminile raccontato in modo libero, con ironia a volte pungente.

we r all slaves to pussy

“Federica” amichevolmente richiama in modo esplicito l’atto masturbatorio rendendolo elegante e quasi sospeso grazie alla sapienza tecnica delle due artiste che trasformano la mano iconica (senza alcun riferimento religioso) in un delicato merletto.

Il fil rouge è la traduzione in diverse lingue del il soggetto-oggetto protagonista dell’estro creativo delle due artiste: pussy, muschi, fica, mico, malaka. Le opere delle Parallel Lines non sono solo spiazzanti, coraggiose, esplicite e inaspettate. Sono anche frutto di una ricerca minuziosa e costante che arricchisce i materiali impiegati, i soggetti scelti e la tecnica di esecuzione stessa. L’uso sapiente dei chiodi, degli sfondi, dei fili intrecciati sa restituire una tridimensionalità piena, un gioco di luci ed ombre che con coerenza sottolinea o ammorbidisce sapientemente le tavole per raccontare al meglio la storia che racchiudono.

We R All SLAVES To Pussy