Il primo video di parkour negli anni ’30



Probabilmente ai tempi delle riprese non aveva ancora assunto il nome di Parkour, eppure i movimenti acrobatici che potete vedere nel video di seguito sono gli stessi. L’uomo (o gli uomini, è infatti impossibile capire si sia sempre la stessa persona) si arrampica su una grondaia, scala un edificio a mani nude, salta da un tetto all’altro… oggi non avremmo dubbi nel definire la pratica col termine di parkour.

La natura del filmato è stata dibattuta a lungo su Internet e molti hanno tentato di definire l’identità del misterioso saltatore. Secondo alcuni si tratterebbe dello stuntman newyorkese di origini italiane John Ciampa, conosciuto col soprannome de “La mosca umana”, altri credono invece che si tratti di Arnim Dahl, il più famoso stuntman tedesco del tempo che sosteneva di essersi fratturato più di 100 ossa e di aver trascorso per questo motivo quasi 4 anni di tempo in ospedale.

Se l’opinione generale vede in Ciampa la figura impegnata in azioni più tipiche del parkour come scalare muri e grondaie e invece crede sia Dahl quello che salta da un treno in corsa, la verità rimane un mistero.

Ma esattamente da dove arriva il parkour?

L’introduzione di questo sport in Europa è comunemente attribuita a Georges Hébert, un ufficiale navale francese che prima della I Guerra Mondiale promosse un tipo di allenamento fisico basato sui modelli delle popolazioni indigene che conobbe in Africa. “I loro corpi erano splendidi. Forti, flessibili, performanti e resistenti, il loro unico allenamento era sopravvivere nella natura selvaggia”. Hébert divenne dunque professore di educazione fisica al collège di Remis, in Francia ed elaborò un “metodo di allenamento naturale” consistente di 10 pratiche fondamentali: cammino, corsa, salto, movimento quadrupede, arrampicata, equilibrio, lancio, sollevamento, auto difesa e nuoto. Il metodo fu in seguito adottato dalle truppe militari francesi come allenamento durante la II Guerra Mondiale.