Nascono le stazioni di terapia forestale contro lo stress



Quando si pensa a luoghi del benessere vengono subito in mente Spa, terme e saune, ma è notizia recentissima che da quest’anno rientreranno nel gruppo di centri di salute anche le foreste: oltre, infatti, a rappresentare un perfetto compromesso anti Covid, i polmoni verdi hanno tutte le carte in regola per essere oasi di tranquillità e purificazione.

In Giappone questa pratica è in voga dagli anni 80 quando alcuni scienziati scoprirono il potere terapeutico degli alberi ed è conosciuta col nome di Shinrin-yoku, cioè “immersione nella foresta”.

A certificare il potere benefico dei boschi non solo sul nostro umore, ma anche sulle nostre difese immunitarie è una triade di autorevoli enti in materia: il Club Alpino Italiano, l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Centro Regionale di Riferimento in Fitoterapia presso l’ospedale Careggi a Firenze.

Gli studi infatti dimostrano come chi si sottoponga alla terapia forestale sviluppi subito una diminuzione dell’80% di ansia, stress e ostilità.

La formula di natura for benefit che oggi offre il mercato è di diverso tipo: da una frequentazione libera e contemplativa in assenza di esercizio fisico, al “bagno di foresta”, versione italiana dello «Shinrin-Yoku» giapponese basato su brevi camminate all’aperto e semplici attività rilassanti, fino alla «terapia forestale» che prevede l’organizzazione di itinerari per la promozione della salute fisica alternati a percorsi di meditazione.

Nascono così le Stazioni di Terapia Forestale all’insegna di proposte per i fine settimana che spaziano dagli Appennini alle Alpi: dal Bosco del Sorriso a Bielmonte, al Monte Duro, fino al bosco di Fai della Paganella che ospita il Parco del Respiro.

In un quadro pandemico che ancora ci lega a coprifuoco e a rischio assembramenti perdersi nei boschi e assaporare il profumo delle betulle e dei faggi potrà rappresentare una validissima alternativa.