La comunità transgender a Parigi negli anni ’60



Tra gli anni ‘50 e 60, il fotografo svedese Christer Strömholm (1918-2002) visse per 9 anni a Parigi, ai tempi in cui in occasione del carnevale di Dicembre le strade di Pigalle si riempivano di colori vivaci, animali di ogni genere, incantatori di serpenti, spogliarelliste e visitatori estatici. A fianco a tutto ciò, indugiavano anche le donne di Place Blanche. È proprio insieme a queste ragazze che Strömholm ha passato buona parte del suo tempo a Parigi, raccontando poi la loro storia nel 1983, nell’opera “Les amies de Place Blanche”, divenuto ormai un pezzo da collezione.

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Alla fine degli anni ‘50, la Francia era governata da Charles de Gaulle, che insieme a sua moglie Yvonne sosteneva campagne contro tutto ciò che era considerato “immorale” (uno dei termini più fuorvianti e fraintesi dell’ultimo secolo), compresa la pornografia, la prostituzione e le minigonne.

Coloro che alla nascita furono assegnati al genere maschile dovettero fronteggiare conseguenze legali molto serie qualora venissero sorpresi in abiti femminili. In quel periodo, Place Blanche divenne una zona di ritrovo per transgender, prostitute ed omosessuali emarginati dalla società, un luogo in cui potevano sentirsi al sicuro e accettati dal resto della comunità.

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Strömholm visse proprio a Place Blanche, insieme alle donne ritratte in questa serie di scatti. Molte di loro vivevano alla giornata, guadagnando soldi come prostitute o ballerine di cabaret poiché veniva loro negata la possibilità di svolgere ogni altro mestiere. L’eroina vagava per le strade, e si portò nella tomba più d’una delle ragazze che vedete ritratte. Spesso il suicidio sembrava l’unica via d’uscita.

Nonostante ciò, Strömholm descrisse l’ambiente di Place Blanche come gioioso e solidale: ogni mattina si svegliava e si univa alle signore per il brunch e al pomeriggio le guardava agghindarsi per la sera. Le loro esistenze sono state difficili, hanno vissuto ed hanno amato, ed hanno trovato un posto che potessero chiamare “casa”.

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