Rob Hann e i suoi lunghi viaggi in solitaria



Rob Hann è innamorato delle autostrade e dei deserti americani. Nelle sue foto, scattate a partire dal 2001 durante lunghi viaggi in solitaria, ci sono roulotte abbandonate nella valle, cartelloni religiosi pacchiani, rottami di auto anni ’50, copertoni scoppiati, pompe di benzina e motel diroccati: Deserted States of America, l’Ovest più selvaggio, dove puoi guidare per centinaia di miglia senza incontrare nessuno.

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Il fotografo è nato in una cittadina inglese con un campanile altissimo e ha vissuto in città caotiche e affollate prima di cedere al fascino e al silenzio del selvaggio West. I suoi scatti sembrano fotogrammi di uno stesso film in cui il paesaggio cambia fuori dal finestrino di una macchina e la luce è così accecante che si fa fatica a tenere gli occhi aperti.

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C’è un negozio di Prada in mezzo al nulla, lungo la Highway 90, e un piccolo emporio in cui sono quasi sicura di essere stata: il proprietario era un indiano Navajo che teneva la temperatura dei frigoriferi talmente bassa che nella Pepsi si erano formati i pezzetti di ghiaccio. A Beatty, Nevada, invece sono stata sicuramente: è un paese ai confini della Death Valley dove le persone parcheggiano macchine pazzesche con gli alettoni davanti ai tristi prefabbricati in cui vivono.

Rob Hann ha un tatuaggio sul braccio, è il titolo di una canzone di Gillian Welch ma anche una dichiarazione d’amore: I dream a Highway. Probabilmente me ne farò uno uguale.

Silvia Cannas Simontacchi

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