È il 15 febbraio da circa due ore e si è appena conclusa la quinta e ultima serata del 65° Festival di Sanremo. Io, in evidente stato confusionale, sto bevendo una tisana al tiglio dentro una tazza degli AC/DC.
Quando scrivi, seguire il Festival (vi ricordo, l’accento va sulla a) è praticamente come essere catapultati dentro un enorme shaker. Ora è finito, io non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che ho dormito per più di cinque ore di fila e sto accusando un vistoso scollamento dalla realtà.
Così, mentre sulla prima rete nazionale Gigi Marzullo in un attacco di hipsteria sta parlando della Berlinale, io cercherò di rendervi un’idea di com’è stata la finale di Sanremo #vistodatwitter, tra piccole scosse al tunnel carpale e hashtag che tradivano il disagio (#Sanremo2015, #Sanemo2015, #Sanermo2015, #Sabremo2015 e così via).
Anche stasera non sono mancati gli ospiti d’eccellenza e il velo di imbarazzo misto a disagio che li accompagna, caratteristica del Festival che più ci piace.
Siccome nessuno si decideva a trollare Ed Sheeran, ho deciso di farlo io.
Allo scoccare della mezzanotte, stavamo un po’ tutti cominciando a sentirci come ostaggi durante una rapina in banca.
Ad un certo punto, sembrava che finalmente ci fosse una classifica dei campioni in gara. E c’era, ma sbagliata.
Il NekGate che ne è seguito.
Ed ecco a voi i vincitori: il trio de Il Volo, letteralmente acclamati dalle folle.
E adesso?
È stato bellissimo e mi sembra di volere un po’ di bene a tutti voi, tipo quando la nazionale ha vinto i mondiali nel 2006. Non vedo già l’ora dell’anno prossimo.