#vistodatwitter: Sanremo, il recap della prima sera



Goffo come il Natale con lo spumante e le tartine al caviale, sbocconcellate con le ciabatte sfondate sotto il tavolo e il ragù di zia Giuditta che ribolle di là, eccessivo come i vestiti di paillettes dorate in vendita su Asos quando vai a fare capodanno ad Amsterdam in piazza Dam, stucchevole e sempre uguale a se stesso come San Valentino (che tra l’altro arriva subito dopo: casualità? Non credo proprio). Poche storie: Sanremo andrebbe aggiunto alla lista delle feste comandate.

L’edizione numero 66 del Festival (vi ricordo che l’accento sulla A fa un sacco chic) è partita all’insegna dei più funesti presagi (vedi: Morgan che arriva in skateboard sul red carpet e cade fratturandosi il coccige), con alla conduzione un Carlo Conti meno tonico e ammiccante rispetto all’anno scorso, ma sempre rappresentativo della tonalità di Pantone dedicata, con un inaspettato Gabriel Garko gonfio come Laura Palmer e una Virginia Raffaele nei panni di Sabrina Ferilli, piaciuta a tutta Italia esclusa me.

Noioso? A tratti. Sottotono? Parecchio. Trash? Mai abbastanza. Insomma, per fortuna che c’era Twitter.

I più funesti presagi

Per la rubrica “Facevamo anche a meno”

Momento Nostalgia

#troppamoda

Il commento tecnico

Beppe Vessicchio Superstar

Grazie, siete sempre un pubblico magnifico.