Le autorità colombiane non sanno più cosa fare con gli ippopotami di Pablo Escobar



Il re della cocaina Pablo Escobar ha lasciato un’affascinante, quanto inquietante, eredità: un branco di ippopotami, il più grande esistente fuori dall’Africa. Si trovano nell’hacienda Napoles a Doradal, 250 chilometri a nord di Bogotà.

Quando Don Pablo faceva il bello e il cattivo tempo sui mercati mondiali della coca, gli ippopotami che esponeva nella reggia Hacienda Napoles di Medellin erano solamente due. Poi, fu accerchiato e ucciso, l’impero crollo, i suoi beni saccheggiati, gli animali esotici del suo zoo cacciati, a volte mangiati, meno gli ippopotami, che si sono riprodotti e restano ancora nei paraggi, col rischio di causare uno squilibrio ambientale

ippopotamo

Non sono per niente aggressivi, vengono, pasteggiano la mattina, poi tornano nel loro habitat. Se nessuno dà loro fastidio, loro non danno fastidio a nessuno“, spiega questo residente. “Fanno parte della città, come noi, sono un po’ le mascotte del paese”, aggiunge“.

“Un problema che abbiamo identificato è che stanno sostituendo la fauna locale, tra cui il Manatì, una specie in pericolo di estinzione, ciò potrebbe causare problemi alla biodiversità colombiana” spiega il veterinario del Cornare, Jairo Leén Henao che ha però una soluzione:

Consideriamo la castrazione una delle opzioni per inziare a controllare la popolazione. La castrazione però non è una cosa facile per diverse ragioni, tra cui i costi necessari per realizzarla su questa specie“.

Le organizzazioni internazionali che sono state consultate concordano sulla gravità del problema e suggeriscono proprio la soluzione dell’abbattimento degli animali. Nessuno però è disposto a prendere questa decisione. Il destino degli ippopotami di Escobar è quindi ancora incerto.