La disturbante sitcom di David Lynch “Rabbits” è usata dagli psicologi per indurre un senso di crisi esistenziale nei soggetti di ricerca



Lynch ha girato Rabbitsnel 2002 in video digitale, un mezzo la cui libertà, rispetto ai film tradizionali, era stata scoperta di recente. (Quando continuò a usarlo per l’intero Inland Empire, la scelta sembrò cinematograficamente sorprendente, all’epoca, come qualsiasi altra che avesse mai fatto.) I riprese avvenivano di notte, su un set costruito nel suo cortile. Il suo cast principale di Naomi Watts, Laura Harring e Scott Coffey erano apparsi tutti l’anno precedente nell’acclamato film di Lynch “Mulholland Drive”, che a sua volta era iniziato come una serie televisiva. (Anche la cantante Rebekah del Rio, stella del Club Silencio, compare in un episodio.) Lynch ha prima “mandato in onda” la serie sul suo sito web.

“Rabbits” è un programma televisivo su conigli umanoidi che si scambiano battute di dialogo criptico in un salotto ombroso situato, come dice lo spettacolo, “in una città senza nome inondata da una pioggia continua” dove vivono “con un mistero spaventoso”.

Parte dell’atmosfera tipica del regista deriva, naturalmente, dalla domesticità minacciosamente presentata negli anni Cinquanta e dall’apparizione bizzarra di attori umani che indossano teste di coniglio inespressive. In sottofondo insieme a una colonna sonora inquietante del frequente collaboratore di Lynch, Angelo Badalamenti, sentiamo un costante diluvio di pioggia, con occasionali risate inspiegabili. Puoi guardare gli episodi di Rabbits su YouTube, un’esperienza che ti darà un senso più completo del perché gli psicologi dell’Università della British Columbia lo usassero per indurre un senso di crisi esistenziale nei soggetti di ricerca.

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