Intervista a Niccolò Natali con la sua serie “nomodels”



Niccolò Natali, originario di Pisa e milanese di adozione, ha realizzato una bellissima serie per C-Heads: “nomodels“. Una serie creata con ragazze normali, della porta accanto, con nessuna esperienza nel mondo della moda. Abbiamo deciso di intervistare il fotografo e di proporvi alcuni scatti.

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Dimmi un po’ di te. Chi sei?

Sappi che odio gli spiegoni, e giuro, non lo faccio per tirarmela o chissà cosa, ma se penso che il lettore medio ha la soglia di attenzione uguale o inferiore alla mia, fra due righe starà già pensando ad altro, quindi o sarò sintetico, o metterò molti punti così li incastro.

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Hai studiato Management in Bocconi quindi un mondo fondamentalmente diverso dalla fotografia. Come sei arrivato a scattare?

Sono il custode della memoria audiovisiva del gruppo dei miei amici (e della mia). Quindi ecco, lì ho imparato a scattare e filmare. Pensa che il primo video in assoluto mai fatto, l’ho girato su un’isola portoghese a largo delle coste del Marocco (Madeira), per cercare di tornare insieme alla mia ragazza. E non è andata molto bene.

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La tua serie nomodel vede come protagoniste ragazze che appunto non hanno mai posato davanti alla fotocamera. Come hai fatto a convincere le tue muse?

Come tutti, o come molti, cominci con le tue amiche belle. E infatti io gliene sarò eternamente grato, a tutte le mie amiche belle, di avermi lasciato sperimentare e provare con loro. Non c’è un modo preciso per convincere le sconosciute invece, di volta in volta varia, dipende da dove le incontro, da come sto io e da come stanno loro. Sicuramente fargli vedere qualche scatto al volo le tranquillizza, ma vedi che ho collezionato più no che si per ora. Pensa se arrivasse una ragazza random da te e ti chiedesse di venire a casa tua per svegliarsi con te, seguirti per ventiquattro ore e filmarti e scattarti, tendenzialmente è un : NO!

Comunque una volta che accettano, per metterle a loro agio, parlare. Parlare un sacco, cercando di evitare di dire cazzate. Ecco perché comunque è molto importante che siano ragazze, passami il termine, sveglie. È una conditio sine qua non.

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Quando ho visto la serie mi è sembrato di vedere la ragazza della porta accanto, pensi che in questo modo crei un legame più forte con il lettore?

Bingo! La mia prima fonte di ispirazione è stata proprio il magazine nextdoormodel di Emanuele Ferrari. Stavo cercando su internet cose tipo: ordinary girl beauty, common girl beauty, girl next door video, ed è spuntato il suo giornale. Che poi in realtà sono tutte modelle, ma sono accuratamente scelte per sembrare girl next door. Anche se era hyperreality, ho veramente tirato un sospiro di sollievo scoprendone l’esistenza.

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Non ho mai pensato a un legame con il lettore onestamente. Voglio creare il mio personale archivio di bellezza ‘di strada’, essenzialmente perché morivo (muoio) dentro ogni volta che una ragazza bella-per-me mi passa accanto. Mentre ero in Brasile ho trovato scritta su un muro una frase perfetta : passaria uma vida ao seu lado, mas não essa. Letteralmente : ti passerà una vita accanto, ma non questa. Quindi sto provando a non farmene passare accanto troppe.

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Le foto sono state scattate a Milano, una città decisamente modaiola. Cosa pensi di questo mondo?

Mah, onestamente, non saprei. Niente contro la moda in sé, specie quando sconfina in arte e sperimentazione, ma i sottoprodotti che crea di cui è pervasa ed impregnata questa città, rimettono in discussione anche le cose belle. È vero Milano fa da sottofondo ai miei scatti, ma soprattutto ai miei video, ormai sono due anni che sono in un rapporto di amore-odio con questa città, che non si sblocca.

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Grazie Niccolò Natali

Foto: Courtesy of C-Heads.