Giorgieness: il volto nuovo della musica rock italiana.



Capelli rossi, appena più di 20 anni, semplice e naturale e sempre col sorriso stampato in faccia (nonostante il mio ritardo per l’intervista, sorry).
Lei è Giorgie D’Eraclea, in arte Giorgieness, e rappresenta il volto nuovo della musica rock italiana.
Il suo ultimo video “Come se non ci fosse un domani” è tra i più passati dalle tv nazionali e nonostante la giovane età il suo nome è quello tra i più in voga nel panorama attuale musicale.
Ci siamo fatti una chiacchierata con lei, in esclusiva per Darlin Magazine, davanti a una birretta e ad una Coca Cola Light.

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Ciao Giorgie.
Chi sei? Da dove vieni? Perché sei qua?

Ciao, sono Giorgie e perché sono qua sinceramente non lo so neanche io, però vengo dalla Valtellina, dove sono nata nel 1991.
Grazie agli insegnamenti di mio padre suono la chitarra più o meno da sempre, ma ho iniziato a cantare verso i 14 anni con le prime band fino a quando a 19 anni ho iniziato a scrivere i miei primi pezzi che poi sono finiti sul disco.
Pensando ora a tutto questo mi scorre davanti come se fosse successo in un lampo, in un battibaleno, ma in realtà è stato un lavoro molto intenso e costante su cui ho investito tutta me stessa e alla fine mi sta ripagando poiché sto facendo quello che mi piace davvero.

“La giusta distanza” è tra i più passati tra le televisioni italiane, al secondo posto dietro solo ad Elisa, un mostro sacro della musica italiana.
Il che è molto da dire per l’universo Indie rispetto alla nostra situazione musicale attuale. Come ti trovi in questa posizione?

Non avendo la televisione ho visto per la prima volta il video solo poco fa, in hotel mentre ero in tour, per cui me la vivo abbastanza bene e fondamentalmente non ci penso.
Non c’è stato un momento in cui ho pensato “Oddio”, è successo tutto in maniera molto naturale e sto avendo anche la fortuna di essere circondata da persone che mi aiutano a stare con i piedi per terra.
Vedo l’essere passata in tv come un passo fondamentale del mio percorso artistico ed un modo semplice per spiegare a mia mamma che lavoro faccio realmente.

So che stai attraversando l’Italia con i tuoi concerti.
Il tour come sta andando?

Bene, contro ogni aspettativa. Abbiamo circa una trentina di date in programma tra festival e concerti e molte non sono ancora state annunciate, quindi credo che fino a settembre sarà una corsa unica.
Ed è anche la prima volta che attraversiamo tutta l’Italia, da Nord a Sud, per portare la nostra musica in quasi tutte le città.
Tra poco, per esempio, suoneremo a Roma e Viterbo con date completamente nostre e siamo abbastanza emozionati, non sappiamo davvero cosa aspettarci, se ci sarà gente o meno.
Noi lavoriamo ad ogni data in maniera differente cercando di capire il posto e la situazione e di creare poi qualcosa di unico.
La cosa bella che ci sta succedendo ora è l’iniziare a rivedere più volte le stesse persone ai nostri concerti, è una cosa che ci dà davvero molta gioia e ci dà anche una grande carica per andare avanti.

Posso dire in modo molto presuntuoso che per tecnica e stile mi ricordi molto una giovane Florence.
Detto ciò, quali sono le tue ispirazioni artistiche e musicali?

Lei in realtà la conosco da davvero poco e ti ringrazio molto per il paragone, ha una voce che riconosci subito e per me questa è una cosa davvero molto importante.
Penso che le mie ispirazioni centrino poco col mio stile, da Nick Cave a P.J. Harvey per esempio, o Bjork.
Penso che la cosa più importante sia l’essere unici ed in tempi in cui non ci si inventa più niente è davvero difficile fare un genere nuovo.
Riuscire ad essere riconoscibili è uno step fondamentale, come la stessa Edda che io ammiro e che mi ispira molto col suo parlare in modo viscerale e crudo.
Ammiro quegli artisti che non sono diventati famosi dall’oggi al domani, ma che hanno costruito la loro carriera a piccoli passi e che comunque sono riusciti ad ottenere il loro spazio ben definito.
Il mio obiettivo è arrivare con la mia musica ad un pubblico ampio, non solo a quello Indie, mi piace il fatto di essere ascoltata sia dal ragazzino di 13 anni che dal signore di 60, trovo la nicchia un concetto alquanto stupido.

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La tua musica dà una forte carica ma trasmette anche una fragilità emotiva.
Da dove vengono i tuoi testi?

Da quello che vivo tutti i giorni fondamentalmente, scrivendo io i testi nelle canzoni metto molto di mio, facendomi aiutare poi nelle fasi successive da Davide il mio produttore e chitarrista.
La cosa di cui sono più contenta è la naturevolezza e la veridicità delle mie canzoni, dei miei testi perché mi rappresentano più di ogni altra cosa.
La mia preferita è appunto “Lo strano rumore”, il pezzo in cui ho messo più me stessa di tutto il disco.

La Giusta Distanza è stato registrato in analogico.
Perché questa scelta agli albori del 2016?

Semplicemente perché volevamo che suonasse come un live e la cosa ha funzionato perché così effettivamente suona, se tu vieni a sentirci il suono è quello.
Quando me l’hanno proposto non capivo molto la differenza ma al momento dell’esecuzione è stato tutto molto più chiaro e ho capito cosa volesse dire davvero essere registrati e suonare in analogico.

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La tua natura è chiaramente rock. Però sento che la tua voce ha un timbro molto variabile e con molte sfaccettature.
Pensi mai ad un cambio di genere e di prospettive?

Si, non credo di fare tutta la vita questo genere e questo tipo di musica; ora ne ho l’età e l’energia ma credo appunto che fare una musica che pian piano mi rappresenti sia in me stessa che nella mia maturità artistica sia la cosa fondamentale.
Non mi precludo niente, magari tra 10 anni farò hip hop o forse Black Metal, chi lo sa?
Non sono così legata al genere, ora mi sta incuriosendo molto l’elettronica alla Radiohead, che abbiamo già provato a sperimentare nel pezzo che chiude il nostro disco e che ha un suono diverso dagli altri essendo più su quel genere li.
Non voglio urlare e basta, voglio usare la voce in maniera anche diversa.

Sei davvero molto giovane e promettente.
Quali progetti hai per il futuro?

Dormire (ride).
No davvero non saprei, voglio suonare, scrivere e cantare davvero il più possibile.
Ora come ora non ci penso ma spero di riuscire a vivere solo di questo.