Ci sono pochi, pochissimi nomi in musica che possono contare, oltre a una fama diffusa dal punto di vista meramente quantitativo, anche su un indiscusso e profondissimo rispetto da parte di diverse scene musicali contemporaneamente: fra queste vere e proprie eccezioni, i De La Soul occupano di sicuro uno dei posti d’onore. Il gruppo hip hop sarà presente a Torino per il JAZZ:RE FOUND FESTIVAL il 9 dicembre. Da non perdere.
Senza il minimo dubbio uno dei gruppi hip hop più grandi di sempre, caposcuola di quella “daisy age” dei primi anni ’90 (A Tribe Called Quest, Jungle Brothers…) che è considerata dagli esperti del genere una vera e propria età dell’oro dal punto di vista artistico, negli anni hanno sempre mantenuto una qualità ed integrità creativa assoluta, capace di andare al di là delle mode del momento. Nel mondo (spesso assai litigioso) dell’hip hop, una delle poche realtà che sempre e da sempre mette tutti d’accordo. Non una cosa da poco, tutt’altro.
La considerazione di cui godono è però appunto a trecentosessanta gradi: merito della pietra miliare “3 Feet High And Rising”, album semplicemente geniale, votato nell’anno della sua uscita (1989) come “Disco dell’anno” perfino da un bastione del rock come la rivista inglese NME, o anche di un lavoro come “De La Soul Is Dead”, raffinatissimo, uscito due anni più tardi, nel 1991.
E’ difficile comunque trovare un passo falso nella discografia di Dave Trugoy, Maseo, Podsnuos: “Stakes Is High” (1996), “Art Official Intelligence” (2000), “The Grind Date” (2004) hanno un appeal magari meno vario ed universale stilisticamente e più concentrato invece sugli stilemi della scena hip hop, ma la loro qualità è cristallina. Non è un caso quindi che anche negli ultimi anni i De La Soul siano sempre stati al centro delle attenzioni anche di pubblici ed artisti apparentemente lontani come background sonoro, valga per tutti l’esempio di Damon Albarn che ha fortemente voluto coinvolgere i tre mc americani nel progetto Gorillaz (ottenendo capolavori come la traccia “Feel Good Inc.”).
Il loro profilo si è mantenuto a livelli eccelsi negli anni anche e soprattutto grazie alle loro fenomenali esibizioni live: lì dove spesso gli act hip hop si limitano ad una routine mc al microfono + dj ai giradischi senza troppe alzate d’ingegno, i tre De La Soul amano ora come allora costruire show pieni di trovate teatrali, scherzi, sorprese musicali, mash up imprevedibili. L’indiscutibile alta qualità tecnica come rapper si sposa ad un’energia e felicità creativa contagiosa, sorprendente, qualche volta addirittura spiazzante: oggi come allora, insomma, davvero un act da non perdere.
A maggior ragione vedendo lo strepitoso stato di forma che mette in mostra l’album appena uscito, “…and The Anonymous Nobody” (2016): un disco tra l’altro finanziato interamente, via Kickstarter, dai fan della band (raccolti oltre 600.000 dollari). L’ennesima dimostrazione dell’enorme amore che circonda i De La Soul. A dir poco meritato.