17enne combatte l’ISIS con l’arte ricreando quello che distruggono



Nenous Thabit, diciassette anni, è un giovane scultore iracheno. La sua passione, coltivata sin da piccolo grazie al papà, è diventata un’arma contro l’Isis.

I nazisti bruciavano i libri. Loro radono al suolo musei e distruggono statue millenarie. Sono i nazi-jihadisti dello Stato islamico, che hanno fino ad oggi raso al suolo numerose opere di un valore storico inestimabile. Questi attacchi a siti antichi o a musei e opere d’arte hanno lo scopo anche di finanziare la guerra dell’Isis, rileva a sua volta Jack Green, capo curatore del Museo Istituto Orientale presso l’Università di Chicago e esperto di arte iracheno.

Nenous Thabit ha 17 anni e fino a l’anno scorso viveva a Mosul, ma essendo cristiano ha dovuto lasciare la sua città trasferendosi ad Erbil. Da grande vuole fare lo scultore come suo padre, che gli ha già insegnato tecniche e metodi, e davanti alla dolorosa devastazione dell’antica Ninive ha deciso: scolpirà delle copie dei beni distrutti.

Il mio sogno è diventare un grande scultore, rendere orgoglioso il mio Paese e dimostrare al mondo che amiamo il nostro patrimonio artistico”, spiega il ragazzo. “In Iraq – afferma Nenous alla Cnn – ci sono persone che vengono uccise solo perché sono scultori, perché sono artisti. L’Isis li vede come apostati. Continuare a scolpire significa che non sono intimidito da questi demoni“, continua.

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