“No grazie”, la vera vita dei venditori di rose a Milano



Che ormai Milano ne sia invasa non è una novità. Se frequenti un luogo pubblico dopo le 18, che sia un bar, un ristorante o se semplicemente cammini per strada sarai certamente stato assalito da un più o meno simpatico venditore e dalla sua insistenza. Il fenomeno dei rosari è ormai ben conosciuto: scrutano la situazione, individuano una coppia (anche se più volte capita che l’abbordaggio non riguardi solo le coppie), e si lanciano in offerte ed occhiate compassionevoli atte a far leva sull’angolino più sensibile e nascosto che c’è in ognuno di noi.

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Ma coloro che si mostrano disponibili a sganciare qualche moneta sono sempre meno, forse per colpa della crisi, forse a causa dell’insistenza…o  magari per la scarsa utilità di un prodotto già visto e rivisto? Questo il punto di vista di Sozib, venditore new age che da sempre si dedica al più redditizio commercio di oggetti di comune utilità come cartine accendini filtri e fazzoletti di  carta. Shahalom invece crede ancora nell’amore e persevera  nella vendita di rose, anche se con qualche ammodernamento tecnologico che gli permetta di incrementare il suo guadagno.

Li abbiamo incontrati l’altra sera tra le colonne di San Lorenzo e porta Ticinese per fargli qualche domanda e capirci qualcosa di più.

1 – CHI COMPRA

I clienti migliori sembrano essere i giovani. Le zone più battute dai venditori sono quelle comunemente note per essere luoghi d’aggregazione all’aperto, la maggior parte dei ristoratori tende a cacciare i venditori per paura cheinfastidiscano i clienti, per cui sono i bar e le piazze a funzionare meglio. Le colonne vanno alla grande e non a caso sono la zona di Sozib.

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Io vengo qua tutti i giorni, dalle 19 all’ 1 di notte e nel weekend rimango fino alle 4…o insomma fino a che c’è gente. Vado sempre dai ragazzi perchè anche io sono giovane e mi piace parlare, non voglio dare fastidio a nessuno infatti non sono insistente: se uno mi dice di no saluto e me ne vado. Cerco solo di essere simpatico e di fare ridere le persone, quando fai ridere è più facile che comprino qualcosa. E anche se non comprano subito quando avranno bisogno si ricordano di me”.

2 – QUANTO SI GUADAGNA

Il guadagno medio giornaliero è abbastanza buono” dice Sozib, “io non mi posso lamentare, in media riesco a fare tra i 15 e i 20 € al giorno. Poi c’è il giorno in cui va male, che piove o che magari c’è poca gente e torno a casa a mani vuote, ma nel weekend vado sempre forte fratelo”.

Chi fatica di più sono invece i venditori di rose. Sono ormai tantissimi, troppi, e alle donne non interessa più ricevere in dono il fiore dell’amore (ah, non ci sono più le donne di una volta), preferiscono invece che gli venga offerta una birra o un bicchiere di vino.

Shahalom, Indiano di pattuglia al Rattazzo, dice che non gli basta più vendere rose, se facesse solo quello non guadagnerebbe abbastanza nemmeno per pagare l’affitto: “Mi sono dovuto attrezzare per fare anche le foto” spiega Shah, “lo so che tutti c’hanno l’iphone ma la polaroid istantanea è [vi%^§nt]”. Parola incomprensibile che ci pare di poter tradurre come “vintage”

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3 – DA DOVE PROVIENE LA MERCE

Beh, la provenienza della merce è certamente l’aspetto meno chiaro e  più sospetto del fenomeno urbano dei venditori. Quando domandiamo a Demba, ragazzo venticinquenne nordafricano, dove si rifornisca di filtri e cartine ci risponde semplicemente “al tabacchino”. Ce lo dice però scompisciandosi letteralmente dalle risate. La cosa ci fa pensare che il giovine non stia dicendo esattamente la verità. Sozip invece sembra essere più sincero a riguardo: “Via Paolo Sarpi. I cinesi riescono sempre ad avere i prezzi più bassi, quindi una volta ogni 2 settimane vado a fare rifornimento di tutto quello che mi manca. Come è possibile che costa così poco non lo so fratello, ma io compro un box di cartine da 50 pezzi per 20 €. 40 centesimi a pacchetto per rientrare della spesa e tutto il resto è guadagno [ihhihi]”.

Più semplice è invece il reperimento delle rose: il mercato floricolo di Milano gestito da So.Ge.mi Spa è aperto al pubblico il martedì, il giovedi e il sabato dalle 9.30 alle 12.00. I ragazzi pakistani e bengalesi, per evitare di dover mostrare i documenti all’entrata, eludono la sorveglianza passando da una via secondaria ricavata da un taglio nella rete di cinta. Una volta dentro ai commercianti basta essere pagati per vendere loro i fiori e non fare storie. 5 euro 20 rose.

4 – DOVE SONO I VENDITORI DURANTE IL RESTO DELLA GIORNATA

La maggior parte di loro quando non lavora predilige un’esistenza defilata. Trascorrere il proprio tempo libero tra le mura domestiche è il miglior modo per non avere problemi, soprattutto se non sei in regola con i documenti. Non manca però chi, durante il giorno, svolge altre mansioni come fare la danza della pioggia per poter vendere gli ombrelli. Oppure aiutare la propria famiglia: “Io durante il giorno lavoro con mio padre” dice Sozib, “ha un banco al mercato e vende i vestiti. Se non piove lavoriamo tutti i giorni tranne Domenica quindi ho poco tempo libero, però quando posso mi piace cazzeggiare su facebook e guardare i film. Anche stare con i miei amici. E non sono mica solo indiani e bengalesi eh, io sono international amico”.

no-grazie-vera-vita-venditori-rose_25 – DA DOVE VENGONO

Bengalesi, Pakistani e Indiani la comunità più consistente ad adempiere alle mansioni di venditori di strada. La ragione più comune è di carattere economico anche se immigrati per motivi politici e religiosi non mancano. Sozip è arrivato dal Bangladesh nel 2010 quando aveva 16 anni. Suo papà era già in Italia da qualche tempo, il che gli ha permesso di ottenere più velocemente il permesso di soggiorno (comunque non senza aspettare un paio d’anni). Shahalom invece è in Italia da circa due anni senza famiglia, i suoi sono rimasti tutti in India e grazie al suo lavoro riesce ad inviare a casa soldi a sufficienza per mantenerli.

6 – DOVE ABITANO

Le zone periferiche di Milano sono chiaramente quelle più abbordabili: Via Padova, Viale Giovanni da Cermenate, Famagosta, Sesto San Giovanni. Affitti il più basso possibile e numero di inquilini il più alto possibile. Shahalom vive in via Padova insieme ad altri 13 amici. TREDICI.

7 – POLIZIA

La polizia sembra aver sviluppato una certa tolleranza nei confronti dei lavoratori ambulanti. Se il commercio delle borse e dei portafogli contraffatti è sempre molto avversato sono invece i rosari e i cartinaccendinfazzolfiltrieri a godere di una discreta autonomia.

Ogni tanto capita che ti fermano e ti chiedono i documenti, se sei in regola e hai il permesso di soggiorno ti lasciano andare senza fare storie, anche se hai con te il cestino pieno di roba. Altre volte però, se becchi qualcuno più severo ti possono confiscare tutto. A me è capitato il mese scorso. Tutto quanto mi hanno preso frà!

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