La rivincita delle mense: da New York a Milano alla ricerca del pranzo scolastico ideale



Sono ben lontani i tempi di Masterchef per Andrea Marconetti e Maurizio Rosazza Prin. I due ex-concorrenti del reality hanno da tempo voltato pagina con un’iniziativa, Chissenefood, che ormai dal 2013 sta facendo tremare fin dalle fondamenta la facciata seriosa del mondo gastronomico nostrano, dimostrando al pubblico italiano che la cucina non è un campo minato: è possibile mangiare bene continuando a divertirsi ai fornelli. Considerata dunque questa loro concezione di cucina, così irriverente ed incurante degli schemi prestabiliti, la possibilità di collaborare con loro ci è parsa l’ennesima dimostrazione che l’universo ha un ordine prestabilito per tutti noi. Le nostre strade si sono congiunte, insomma. I nostri pianeti allineati.
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Tutti voi ricorderete il capitolo buio delle mense scolastiche. Strano posto, la mensa. Culla di ogni genere di leggenda metropolitana, da quelle sulla dubbia provenienza delle pietanze servite fino a quelle sulla presunta origine mefistofelica delle inservienti. Abbiamo passato anni a trangugiare in silenzio piatti indegni persino dei peggiori food blog di Caracas ed ora, finalmente, è giunto il momento di prenderci la nostra sacrosanta rivicita.

Abbiamo quindi raccolto i menù delle mense scolastiche a New York, Parigi, Roma e New York, li abbiamo fatti commentare ai baldi giovani di Chissenefood, che hanno poi pensato di proporci un’alternativa certo più ragionata, creativa, ma soprattutto appetitosa. Lasciamo dunque la parola ad Andrea e Maurizio, con una piccola avvertenza: se non avete mangiato, preparate a sentire il richiamo funesto del vostro stomaco in tempi brevissimi.
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NEW YORK

  • “Un espresso doppio grazie!”
  • “Non puoi berlo piccolo Americano, hai 8 anni!”
  • “Un Americano allora!”
  • Menù bocciato.

Il menù di New York è il menù che ogni bimbo sogna di avere nella propria scuola, guarda caso è stato scelto dalla figlia di Andrea come il suo preferito (pane all’aglio a parte). Quando l’ha letto le si sono sgranati gli occhi e aperte le mascelle come un alligatore dell’Alabama. Immaginate però la digestione dopo questa carbo-sbronza quotidiana.

Forse è stato concepito per placare l’iperattività di novelli “Wolves of Wall Street”?

Non crediamo, ma l’effetto Ritalin è assicurato.

PARIGI

“Maestra mi porta la carta dei vini?”

Menù promosso ma…

Il menù sembra scritto dal figlio del bidello di Ducasse, non vediamo tante portate dal tempo della prima comunione, tutto all’insegna della “varietè” e degli equilibrismi gastronomici, ma d’altronde è da piccoli che s’inizia a guardare il mondo con il naso all’insù.

Qualche chicca “bio” (che non guasta), formaggi francesi e d’alpeggio, l’immancabile baguette, sotto braccio, anzi nel cestino del pranzo: vive la France, insomma!

Fantasioso sì, ma da alleggerire, oppure suggeriamo un bicchierino di pregiatissimo Calvados per i più grandicelli.

MILANO

E la mela cotta dov’è?

Rimandato a settembre.

Rispetta la nostra dieta mediterranea con una parvenza di attenzione alla stagionalità, grazie alla “frutta fresca” ma soprattutto all’aggettivo: “di stagione” (e poi mangi le arance a giugno e le mele tutto l’anno). E poi c’è quel tocco ospedaliero, che nei menù delle scuole italiane non
manca mai, dato dalle carote flange, dal prosciutto cotto, dalla ricotta.

Se i baby americani sbadigliano per la pesantezza dei cibi, i giovani Milanesi, lo fanno per noia. Fa venir voglia di indossare le pantofole e sfogliare l’ultimo numero di Famiglia Cristiana piuttosto che tirar due calci al pallone.

Ottimo però il “venerdì vegano preventivo”, all’insegna del “dietox” e delle verdure, concepito in ottica dei lunghi week end che i bimbi passeranno coi loro genitori imbruttiti, i quali non vedono l’ora di lenire il proprio senso di colpa – per averli lasciati soli tutta la settimana davanti a Fifa 2015 o con la badante filippina altrettanto imbruttita, rimpinzandoli con zuccheri, snack e calorie vuote.

ROMA.

La Prima Repubblica è servita.

Promosso col 6 meno meno.

Para-culissima versione capitolina del menù del Pio Albergo Trivulzio utilizzato dalla mensa Milanese. Si salva per qualche voto, e batte il menù di Milano, grazie ad alcuni magheggi lessicali che lo fanno figurare un po’ più innovativo, almeno sulla carta. Rimane però un menù da Prima Repubblica. Scorrendo fra i piatti ci vengono subito in mente i fantasmi del nostro passato: Spadolini nei panni della signora della mensa, Andreotti bidello e su tutto una gran voglia di varietà, ma non su RAI 1.

Varietà appunto, è questa la caratteristica che manca!

Troppa pasta e troppo riso denotano sempre mancanza d’idee. E noi tutti sappiamo quanto le idee e i colori piacciano ai nostri baby-commensali.

MENÙ CHISSENEFOOD.

Invece di demolire e basta, abbiamo deciso di prelevare il meglio da ogni menù.
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E come mai non vedete mai in questi menù la frutta?

Vogliamo lanciare una provocazione: il vero problema non sono i pranzi delle mense scolastiche ma le merendine che i bambini mangiano a ogni ora del giorno. Un vero e proprio mercato nero di fuori pasto ipercalorici: crostatine, zuccheri, conservanti che mettono all’ingrasso i nostri piccoli Italiani.

Perché non fare porzioni di frutta (di stagione) e frutta secca e distribuirla all’intervallo? Forse ci sarebbero meno pancette e bambini più sani. Basta educara e, perchè no, rendere la cosa divertente, magari creando un campionato.

“Rottama la tua merendina e ricevi in cambio la frutta fresca!”.

Alla fine dell’anno chi avrà mangiato più frutta sarà eletto il più “fico” della scuola.
Questi ragazzi saranno l’Italia che verrà, il nostro futuro; dovranno mantenere noi e le nostre pensioni d’oro o minime (si spera almeno quelle). Non possiamo assolutamente permetterci di dire…Chissenefood!