La barriera corallina australiana è morta



La Grande Barriera Corallina australiana è praticamente morta. Nel 2016 la più larga struttura corallina esistente sulla Terra ha visto infatti uno sbiancamento senza precedenti a causa di un temporaneo aumento della temperatura del mare fino a 4 gradi. Che, tradotto, significa: sbiancamento del 90% dei coralli e morte di più del 20%; al Nord, sono scomparsi due terzi dei coralli.

Grandi strati della barriera corallina australiana, che si estendono per centinaia di miglia nautiche nel settore nord, son stati recentemente trovati morti, uccisi nel corso del 2016 dal surriscaldamento dell’acqua marina. Per quanto riguarda invece il settore sud, la parte centrale della barriera ha cominciato a scolorire, primo sintomo di una possibile altra morte.

Il riscaldamento globale è la minaccia numero uno” afferma David Wachenfeld del Parco marino della Grande Barriera Corallina, co-autore della ricerca. “Lo sbiancamento che si è verificato nel 2016 rafforza fortemente la necessità urgente di limitare il cambiamento climatico, come concordato dai leader mondiali nell’Accordo di Parigi“.

Il danno apportato alla barriera corallina è parte di un processo di una calamità naturale globale cominciato ben 20 anni fa. E secondo il professor Hughes il fenomeno si sta intensificando sempre di più. In un articolo pubblicato su una rivista scientifica australiana di biologia marina, una dozzina di altri scienziati hanno descritto quello che sta accadendo in Australia come il terzo e il più intenso processo di sbiadimento corallino mai visto dal 1998 ad oggi.

Una delle principali attrazioni turistiche dell’Australia – ogni anno genera reddito per 5 miliardi di dollari australiani (3,9 miliardi di dollari) – la Grande Barriera Corallina sta per perdere lo status di patrimonio mondiale dell’Unesco, guadagnato nel 1981. Le Nazioni Unite dovranno decidere entro luglio se classificarla “in pericolo”.