La cyberwar continua: Anonymous ha pubblicato i dettagli personali di sospetti jihadisti



Con un software studiato da due esperti di sicurezza italiani e lo scopo di scovare i profili degli jihadisti, chiuderli e catturarli se possibile, la campagna di Anonymous contro l’IS è iniziata ufficialmente dopo gli attacchi terroristici contro Charlie Hebdo avvenuti nel Gennaio di quest’anno. Da allora la loro lotta non si è mai estinta del tutto, anzi, in seguito ai 129 morti provocati dalla strage parigina del 13 Novembre, gli hacktivisti sembrano aver accelerato quella che loro stessi hanno definito “la più grande operazione di sempre

Ormai, infatti, hanno annunciato il loro tentativo di silenziare l’IS su internet, dato che, come saprete, il reclutamento di forze jihadiste avviene proprio attraverso i social networks. “Per difendere i nostri valori e la nostra libertà, noi smaschereremo i membri dei gruppi terroristici responsabili di questo attacco. Noi non ci arrenderemo, noi non perdoneremo e faremo tutto ciò che è necessario per mettere fine alle loro azioni. Abbiamo già espresso la nostra volontà di neutralizzare chiunque attaccasse le nostre libertà e ribadiamo la ferma volontà nel mantenere la nostra ferrea linea”.

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Anonymous ha dunque iniziato a far trapelare le informazioni personali di sospetti estremisti islamici, assemblando una lista dei siti e degli account Twitter di terroristi in modo da farli chiudere. In un post notato dal giornale inglese The Indipendent sono già stati trovati i dettagli sull’indirizzo fisico di un terrorista che dice di essere un recruiter dell’IS in Europa. Ma come li trovano? Con Geosec, il robo-software italiano ancora in versione beta che rintraccia in automatico le chat in Arabo su Twitter, geolocalizza la posizione di provenienza e trasmette i dati all’Intelligence.

Gli attivisti hanno poi dichiarato di aver già fatto chiudere con successo alcuni siti e account. La loro tecnica consiste nel sovraccaricare i servers dei siti per poi mandarli offline, mentre per quanto riguarda Twitter, il network stesso chiude i profili in seguito alla loro segnalazione.

Ovviamente nessuna informazione condivisa è confermabile al 100%, infatti in passato gli attivisti hanno sbagliato a identificare jihadisti sospetti, ma se le liste fossero veritiere, allora avremmo già molti nomi e indirizzi di chi è coinvolto nel reclutamento e in generale nel giro terroristico islamico. Probabilmente il fronte online di hackers islamisti istruirà gli adepti a seguire alcune direttive per impedire ad Anonymous di compromettere le attività del gruppo terroristico, ma nel frattempo, a noi che non siamo esperti di hackerismo, non ci resta che osservare la lotta informatica in corso in modo passivo, altrimenti vedi wikiHow.