AU MILIEU DE LA NUIT: la serie fotografica sui sogni di Costanza Canali



Costanza Canali alias Cocò des Îles è una giovane fotografa italiana. Ha iniziato a fotografare quando aveva 13 anni, nei periodi estivi. “Fotografavo con l’usa e getta: mare, fiori e gatti addormentati. Poi verso i 18 anni ho ricevuto una macchina fotografica efficiente e a 19 mi sono trasferita a Parigi e mi sono iscritta a l’Ecole de Condé, dove mi sono diplomata l’estate scorsa”.
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Quando non è impegnata a scattare le piace disegnare, cucinare prelibatezze, essiccare fiori e… stendere il bucato, “per me stendere il bucato è indiscutibilmente un’arte”.

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Il suo progetto intitolato AU MILIEU DE LA NUIT è nato con l’intenzione di rappresentare il mondo onirico e il suo linguaggio, un mondo di elementi fatti di ricordi, segni, simboli, desideri, paure, proiezioni, codici segreti…

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“Per un periodo ho sofferto di insonnia e paralisi ipnagogica e questo mi ha spinta a indagare sul mondo del sonno e dei sogni ad occhi aperti”. La paralisi ipnagogica è un disturbo del sonno in cui, nel momento prima di addormentarsi, o più comunemente al risveglio, ci si trova impossibilitati a muoversi. Questo disturbo dura molto poco, al massimo 2 minuti dal risveglio o pochi secondi prima di addormentarsi.

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“La scelta di questo tema mi ha condotta su una piattaforma vastissima dove ho potuto sperimentare le mie personali fantasticherie, liberarmene, esporle, condividerle per poi procedere oltre”.

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“Strada facendo mi sono detta: ‘come pretendo di affrontare un tema come quello dei sogni seguendo la ragione ?’ Mi sono quindi completamente lasciata andare verso uno spazio dove intuizione, visionarietà e immaginazione vanno a braccetto. Grazie a questo approccio molte cose mi si sono rivelate, sia su di me che sullo strettissimo rapporto tra sogno e processo creativo”.

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“Avevo voglia di materializzare il mio lato oscuro e guardarlo a distanza. Studiando il sogno e mimando i suoi meccanismi ho realizzato qualcosa di essenzialmente catartico in cui ho dato sfogo a tensioni emotive che altrimenti sarebbero rimaste inespresse”.

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“Andando ad indagare il linguaggio onirico sono finita come in una sorta di ‘daydreaming’ ad indagare ed esplorare me stessa”.

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c11 Se vi è piaciuto il progetto di Costanza, qua potete scoprire qualcosa di più: TumblrSito