HTC ci ha prestato l’ultimo One M8 durante la Design Week di Milano



La gente di HTC e Collateral è molto simpatica. Sanno bene che la redazione di Darlin è assai coscienziosa, ecco perchè si sono fidati e ci hanno prestato il loro nuovo gioiello: l’HTC One M8. Per quest’operazione anche FrizziFrizzi e Bobos si sono prestati al gioco.

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Ovviamente non siamo tipi da dirvi che questo telefono è fantastico, che supera gli smartphone concorrenti e tutte quelle frasi loda-prodotto che ci si aspetta. Suvvia, siete abbastanza grandi per rendervi conto che le foto di questo articolo, realizzato con il telefono HTC, sono piuttosto di qualità.

Insomma, parliamo anche di questa Design Week a Milano, forse avrete seguito i posts che abbiamo pubblicato la scorsa settimana sui nostri accounts Instagram, Facebook e Twitter con l’hashtag #htcdesignweek. Mercoledì scorso, partendo da Moscova, ci siamo lasciati trasportare dalla folla  tra eventi e luoghi incantevoli che altrimenti non avremmo sicuramente degnato d’uno sguardo.

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Non perdiamo tempo, scopriamo con ansia il telefono. Da subito ci dà un’impressione di solidità: i materiali utilizzati sono di grande qualità, lo schermo è ampio e la luminosità buona. Siamo già abituati ad Android quindi siamo operativi in un battibaleno per recarci subito da Miele, curiosi di sapere come saranno le cucine del futuro. Notiamo subito una stampante 3D con la quale si possono creare dei pezzi ad hoc per la vostra cucina, l’idea è simpatica ma la lentezza del processo esaurisce la nostra pazienza. Tra l’altro ci sentiamo anche abbastanza disidratati. Non possiamo lasciarci morire in mezzo alla DWM14. Sono ancora le 17.

Direzione via Solferino dove scopriamo un posticino molto carino in cui rilassarci un attimo su materassi gonfiabili. Ricoperti dal design in questo luogo di pace, ci lasciamo deliziare dallo charme delle hostess mentre pubblichiamo i primi tweet che rivelano subito il nostro eccesso di “creatività” al mondo intero. Ci regalano una mela e un’acqua naturale, robba de desain, (forse non quello che ci aspettavamo) e siamo di nuovo in strada. I soliti venditori di borse sono assenti, non c’è spazio per loro nel Brera design district.

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Faticando tra la folla giungiamo al prossimo checkpoint, la chiesa di San Carpoforo dove espone Baccarat. Scintille e cristallo, ma niente champagne nei flute, porco cane. Il tempo di 2 o 3 foto e ripartiamo tra i vicoli dello storico quartiere di Milano.

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Compriamo qualche birra in un minimarket all’angolo ed è qui che scopriamo appieno le enormi potenzialità di questo telefono: grazie alla sua solidità estrema l’HTC One M8 può tranquillamente fare da apri bottiglie! (la prova con questo filmato Instagram). Non rifatelo a casa, questo video è stato realizzato con l’aiuto di stuntmen professionisti. E voi che tutelate i diritti degli smartphone, rassicuratevi, il telefono non ha subito maltrattamenti.

Dopo un salto al Pop Up Store “Wrong for HAY” di via Ciovassino, ci tuffiamo nel futuro delle installazioni Lexus, roba strana ed ipnotica, apparentemente senza senso ma interessante. Ci prendiamo un attimo per i Daft Punk, cambiamo musica e giochicchiamo un po’ con le luci, divertente. A pochi passi si erge Palazzo Clerici, nel cortile possiamo ammirare l’Aereo Static Dome della Nike a cura di Arthur Huang, ma la nostra attenzione viene subito catturata dal cameriere che gironzola con dei cocktail in mano. Siamo di nuovo carichissimi, ce la tiriamo da finti intelletuali per le maestose sale del palazzo degustando zucchero filato e snack a base di verdure, siamo pronti per l’apoteosi finale.

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Come di consueto Maurizio Cattelan propone un party in Piazza Affari, più famosa per il dito medio che per il palazzo della Borsa a cui è rivolto. Tanta gente, musica live, altri cocktail, il tramonto e le ultime foto con l’HTC al quale ormai ci siamo affezionati, ma è già ora di separarci. Contro la nostra volontà e non senza esitazione lo restituiamo alla nostra pazientissima guida di Collateral che ci ha portato in giro per tutto il pomeriggio. E per tenere a bada la nostra redazione, ci vuole coraggio.