Alcuni motivi per rivedere Groundhog Day con Bill Murray



23 anni fa Bill Murray sentiva la sua sveglia suonare alle 6 del mattino con un brano di Sonny & Cher. Il giorno dopo la stessa solfa, la sua sveglia alle 6 del mattino e il brano di Sonny & Cher. Quello seguente ancora, stessa sveglia stesso brano, e così via. In Groundhog Day (Ricomincio da capo) di Harold Ramis, uscito il 12 Febbraio 1993 negli Stati Uniti, Bill Murray viveva sempre la stessa giornata. Il film, oltre a diventare un cult, vanta anche l’aver dato il proprio nome alla festa della marmotta che si tiene proprio oggi.

Perché rivederlo? Perché si parla di Bill Murray ovviamente. Perché è un film che dobbiamo rivedere 12 volte di seguito, così come suggerisce ogni anno un’università americana. Perché ci vogliono più visioni per capire quanto tempo Bill Murray rimane prigioniero della stessa giornata: per 30-40 anni come lo spiega Ramis? Oppure 12.935 giorni come lo conferma un altro sito? O soli 3.176 giorni come calcolato da un blog? L’attore invece parlava di 10.000 anni.

Perché finalmente abbiamo conosciuto come si svolge il giorno della marmotta nella cittadina di Punxsutawney, Pennsylvanie, anche se nella realtà bisognerebbe andare a Woodstock, Illinois, luogo delle riprese del film. Perché il film ha numerosi prestigiosi fan, come la Nasa, Barack Obama e il regista di Happiness Therapy, David O. Russell. Perché se credete in Dio, potrete trovare molte gioie. Anche se credete in Internet.

Perché se siete fan di Take Shelter, vi sembrerà di rivedere la scena con Michael Shannon che col film ha fatto il suo debutto al cinema. Perché ci sono anche alcuni attori che hanno interpretato ruoli fantastici come nel caso di Stephen Tobolowsky in «Ned! Ryerson!». E finalmente perché il film ci insegna una cosa molto importante: “Il modo più semplice per porre fine ad un viaggio temporale indesiderato è di smettere di comportarsi come un cretino.”